La Terra dei Colori nella mostra di Pola Polanski

A Napoli si può compiere il “ Viaggio nella Terra dei Colori ” fino al 25 giugno, visitando lo spazio espositivo del Bar Slash di Via Bellini, nei pressi dell’Accademia di Belle Arti e di Piazza Dante.

 

Cinque splendide cromatografie di suoli . Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

Cinque splendide cromatografie di suoli posti alla periferia di Napoli

Chi accede alla mostra “ Viaggio in Cromaland ” viene subito attratto dalle tinte molto luminose di 12 stampe su plexiglas. La seconda cosa che cattura l’attenzione sono le forme dei soggetti, apparentemente astratti ma vagamente familiari, di forma rotondeggiante e simili a pupille.

Mi sembra questa somiglianza quasi un presagio. L’esposizione infatti ci permette di conoscere più nel concreto e con “occhi nuovi” la realtà della cosiddetta “ Terra dei Fuochi ” ormai tristemente nota solo per l’inquinamento e l’incuria. Questa conoscenza la approfondiamo attraverso le didascalie delle stampe e attraverso il materiale audio/video che l’autrice ha raccolto nell’arco di alcuni mesi nel territorio a confine tra le province di Napoli e Caserta.

Mappa del Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

Mappa del Viaggio in Cromaland

Ma cosa rappresentano le stampe?

In ognuno dei  luoghi visitati è stato raccolto un campione di suolo. Questo è stato prima disciolto in acqua e poi fatto assorbire da un filtro; è il processo della cromatografia che dà informazioni circa lo stato di salute generale di un suolo. Le stampe sono proprio il risultato delle cromatografie, rese volutamente dall’artista con colori vivaci e diversi tra loro. Un terreno vivo, in cui avvengono i processi biologici naturali, lo distinguiamo dalla varietà di forme delle aree concentriche che compongono il disegno.

Cromatografia di suoli a casa di Pola Polanski. Viaggio in Cromalanda

Cromatografia di suoli a casa di Pola insieme a Laura del Vacchio, agronomo e docente del corso di agricoltura organica presso la Vigna della Certosa di San Martino a Napoli

Cromatografia di Pfeiffer. Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

Schema di interpretazione del cromatogramma di Pfeiffer

Cromatografia , Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

Cromatografia nei colori naturali

L’artista è Pola Polanski , la cui biografia è veramente affascinante.

Infatti, come suggerisce il nome d’arte, è nata in Polonia, ma poi è cresciuta in Germania, ha vissuto in alcuni paesi europei, quindi in Cina, in Siria, in Burkina Faso e in Brasile. Alla fine si è stabilita a Napoli nel 2009 all’età di appena 25 anni. A Napoli si è laureata all’Accademia di Belle Arti.

Insomma una vera cittadina del mondo che però si sente perfettamente integrata qui. Per esempio, nel linguaggio colloquiale tra amici, quando vuole, è capace di usare espressioni idiomatiche napoletane con naturalezza e ironia. La disinvoltura è tale che facilmente restate confusi o la credete napoletana di nascita. Quando non è in viaggio si unisce al Coro Napolimondo, un coro multiculturale fatto di giovani stranieri e napoletani che abitano in città.

Viaggio in Cromaland. Mostra di Pola Polanski

Pola Polanski durante la mostra Viaggio in Cromaland

Pola accompagna i visitatori e con lei ripercorriamo le tappe di un viaggio in territori agricoli oltraggiati dall’abusivismo e dai rifiuti; ma conosciamo anche una realtà sociale vivace e con tanta voglia di riscatto. Lei è decisa nella volontà di esplorare prima e raccontare poi le tante storie di vita che non emergono abbastanza da quella stampa colpevole, secondo lei, di aver ignorato per anni l’ecocidio di questa terra e poi di averlo usato per fare scandalismo o costruire carriere.

Nella mostra si parla apertamente di “crimini ecologici commessi da camorra e politici” che non è ancora chiaro quanto “si ripercuotano sulla nostra vita quotidiana”.

Per la verità nel territorio convivono a breve distanza sia discariche abusive di rifiuti industriali provenienti da ogni dove, sia siti di stoccaggio “temporaneo” di ecoballe. Queste ultime sono costituite da rifiuti domestici che nel decennio scorso furono imballati e “accantonati temporaneamente” su suoli agricoli, da parte di società incaricate dal governo italiano. Si è potuta creare questa situazione per effetto di disposizioni dello stesso governo che, avendo il compito di controllo, consentì deroghe all’obbligo in capo alle società di effettuare lo smaltimento definitivo, senza peraltro prevedere alcuna compensazione ambientale o economica per i comuni campani che si sono visti fatturare i servizi previsti. [1] Per di più oltre al danno la beffa, perché i fitti dei suoli su cui gli organismi governativi decretarono lo stoccaggio delle ecoballe, per effetto di una legge dello Stato, sono pagati da alcuni anni attraverso il tributo locale dei rifiuti.

I campioni di suolo, prelevati in prossimità di queste discariche, in cromatografia appaiono purtroppo pallidi e piatti. Ma fortunatamente non mancano terreni in buona salute, come quelli di una cooperativa di Giugliano.

Cooperativa Kitebio di Giugliano. Dal Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

La Cooperativa Kitebio di Giugliano.  “I friarielli sono i più buoni che abbia mai mangiato” racconta Pola.

 

Pola è una cultrice dell’agricoltura biologica. Crede nella “permacultura”, cioè nella creazione di comunità locali che abbiano uno stile di vita autosufficiente e rispettoso dell’ambiente. Chi fa questa scelta ha una buona qualità della vita. Ciò per emulazione induce altri ad unirsi e a sposare la tutela dell’ambiente.

Le “ Terre di Don Peppe Diana– altra tappa del viaggio – sono dei suoli confiscati alla camorra che ospitano la cooperativa agricola omonima. I terreni si trovano in vari comuni, da Casal di Principe e Cancello-Arnone nell’Agro Aversano, fino a Teano, Carinola e Pignataro Maggiore, località amene dell’Alto casertano. La cooperativa è una splendida realtà comunitaria e funziona anche da casa-famiglia; vi si realizza così il reinserimento di persone in difficoltà le quali con il loro lavoro non solo hanno avuto finalmente la possibilità di recuperare un ruolo sociale ma contribuiscono anche al ripristino di attività legali sui territori, con vantaggio per tutti noi. Ogni anno centinaia di studenti visitano questi luoghi e tanti adulti fanno esperienza del campo-lavoro.

Spesso le persone che incontra Pola nel suo viaggio sopperiscono alle carenze dello Stato nel controllo ambientale dei territorio. È il caso di quei professori universitari, contadini o semplici cittadini che a suo tempo hanno documentato e segnalato il disastro ambientale, molti anni prima che cominciassero ad occuparsene la politica e la stampa. Oggi gli attivisti continuano a censire le discariche abusive che si possono segnalare in tempo reale tramite la app “SMA Campania” realizzata dal Ministero dell’Interno e dalla Regione Campania, nell’ambito del “Patto Terra dei Fuochi”. È il segno dei primi strumenti forniti dalle istituzioni …

La mostra è ad ingresso libero e rimane aperta  fino a sabato 25 giugno 2016. Il progetto di documentazione “Viaggio in Cromaland” continua anche dopo. Lo si può seguire su www.facebook.com/ViaggioInCromaland

Guido Caridei

La Casa di Alice a Castel Volturno. Viaggio in Cromaland di Pola Polanski

La “Casa di Alice” è una villetta appartenuta al boss della camorra Pupetta Maresca. Dopo la confisca è stata assegnata ad una cooperativa sociale di donne africane che realizzano abiti e accessori tipici della loro cultura. È uno dei meravigliosi esempi di integrazione culturale ed assistenza socio-sanitaria, realizzati nel territorio di Castel Volturno dall’associazione di giovani volontari “Jerry Essan Masslo”

 


[1]Cfr. il libro “ Ecoballe ” di Paolo Rabitti, ed. Aliberti

2 Replies to “La Terra dei Colori nella mostra di Pola Polanski”

  1. La mostra è prolungata fino a sabato 25 giugno. Fino a quella data perciò la si potrà visitare al Bar Slash di Via Bellini a Napoli.

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