Il Blog “ Partenope, XXI secolo ”, nato il 18 marzo 2016,
con la volontà di raccontare aspetti della città di Napoli aldilà di stereotipi in positivo o in negativo, il 31 dicembre ha completato la prima parte del suo percorso.
Il Blog racconta anche la contemporaneità, l’attuale crisi economica e ambientale vista da questa città o perlomeno dal mio punto di vista. Ovvero la crisi vista da una metropoli complessa, ricca di tante anime, dove si trovano bellezze naturali incomparabili e un tessuto sociale con tanti elementi vitali.
Napoli ha tanto da narrare non solo di sé ma anche del mondo.
Nella sua storia millenaria, infatti, ha integrato e rielaborato tante culture. E il suo centro storico è iscritto nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Ciò che accade qui spesso anticipa ciò che accadrà altrove.
Napoli è anche le sue molte contraddizioni. La presenza della criminalità organizzata rende la città apparentemente molto dissimile da altre. Tuttavia la delinquenza che la funesta non è affatto estranea ad altri luoghi. Anzi se essa oggi sopravvive – quando invece i “bravi” manzoniani sono scomparsi sul lago di Como – è anche perché essa rimane funzionale a molte economie deviate del nostro Paese. Si parla di imprese e circuiti economici considerati legali – almeno finché non intervengono vicende giudiziarie – e gestiti dai cosiddetti “colletti bianchi” .
La criminalità presente nelle regioni meridionali limita la qualità della vita delle popolazioni del Sud.
Ne riduce la libera creazione di imprese sane e contemporaneamente non di rado coopera con elementi del tessuto economico di altre regioni, ai quali vengono spesso distribuiti i profitti di una gestione economica illegale o contigua all’illegalità.
Gli enti locali del Mezzogiorno d’Italia, guidati che siano da amministratori bravi o no, sotto la scure dell’austerity sono oggi privati di disponibilità economiche sufficienti per i servizi essenziali. Nel contempo, lo Stato centrale responsabile della sicurezza ha troppo spesso finto di misconoscere la genesi storica delle difficoltà del Mezzogiorno. Questo è accaduto in particolare nel primo decennio di questo secolo, durante il quale il partito regionale del Nord Italia è stato presente al governo quasi costantemente e ha alimentato una narrazione dei guai del meridione – tutta incentrata sui vizi sociali – funzionale ai propri interessi elettorali o a specifici tornaconti nella distribuzione delle risorse economiche. Negli ultimi anni, poi, i successivi governi hanno preferito rimuovere del tutto, dalle politiche e dal dibattito, la questione meridionale. La quale si è riaffacciata a fatica, appena un mese fa, solo dopo i risultati del referendum costituzionale.
Napoli merita una lettura approfondita, onesta e benevolente.
Per lo scrittore francese Jean-Noel Schifano, Napoli è una “metropoli completa”, nonostante sia stata trasformata in una “città assistita” in un secolo e mezzo di unità d’Italia, “privata di banche, ferrovie e cantieri navali“.
Una adeguata memoria della genesi politica ed economica, passata e presente, delle attività criminali nell’Italia del Sud mi sembra indispensabile per un corretto inquadramento della querelle di questi giorni sulla camorra, tra il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e lo scrittore Roberto Saviano.
In questo senso, la conoscenza e la descrizione dei fenomeni delinquenziali sono imprescindibili per chi ha il compito di guidare la trasformazione. Allo stesso modo occorre evitare che, consapevolmente o meno, finiscano per oscurare il capitale sociale e culturale della città da sempre ricchissimo ma semmai frammentato; e perciò capace di agire nelle coscienze individuali e nelle singole comunità ma non di vincere da sola nel contrasto alla criminalità sul territorio. Alle forze sane della società deve essere data, dalla politica, la possibilità di fare sistema.
La situazione attuale del Sud è quella per cui sono invece le realtà criminali a risultare a volte bene integrate nel sistema economico nazionale.
L’omissione di questo argomento nella narrazione della questione è, a mio parere, ancora più frequente e dannosa del cliché della “Napoli criminale”. Per amore della verità, infatti, Napoli ha diritto ad una rappresentazione equilibrata delle coraggiose e determinate attività di riscatto sociale “dal basso”. Ha bisogno di far sapere che ha aspetti ordinari comuni a tutte le altre città e non solo disservizi. Ma ancora di più ha bisogno che la politica nazionale agisca sulle interconnessioni economiche della camorra, perché altrimenti difficilmente questa verrà estirpata o quanto meno ridimensionata.
Questo inquadramento del problema è necessario per rileggere correttamente le parole pronunciate nel 2015 dalla Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi: “La camorra è un dato costitutivo della città partenopea“. O quelle pronunciate a inizio d’anno dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando al carcere minorile di Nisida: “Che Napoli sia una delle realtà in cui la criminalità organizzata ha un peso abnorme è dato scientifico […]. Nasconderlo sarebbe sbagliato, come pensare che non c’è possibilità riscatto e che questo possa cancellare punti di forza di questa città“. Una visione obiettiva quella del ministro ma che ancora non menziona i gangli amministrativi ed imprenditoriali della criminalità, collocati a livello nazionale. Comunque un inizio.
In un anno di blog sono stati pubblicati 10 articoli. I quattro articoli più seguiti sono stati :
- ” In principio fu la Terra delle Sirene ” per la sezione ” Partenope Racconta “;
- ” Addio, Higuain! ” per la sezione ” Società “
- ” Grecia in Crisi, Medioriente in Guerra e Buon Vivere in Germania ” per la sezione ” Istituzioni “
- ” Trivelle senza regole, SI’ vota per cambiare! ” per la sezione “Attualità Ambientale”; post dopo il quale ho rilasciato un’intervista sul tema al quotidiano Dailygreen .
Per raccontare la società che non si arrende in terra di camorra ho scritto l’articolo ” La Terra dei Colori nella mostra di Pola Polanski “
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Non perdete i prossimi articoli !
Guido Caridei
Sullo stesso tema ho scritto la
“LETTERA A DANIELE PIERVINCENZI, GIORNALISTA AGGREDITO AD OSTIA”
Guido Caridei
http://guidocaridei.it/lettera-a-daniele-piervincenzi/