Il deserto non è così lontano

Il deserto non può essere così lontano.

Dalle colline non vedo la città. L’atmosfera è grigia.

No, non dico il cielo, che è grigio anche quello.

Ma dico l’aria: l’aria è grigia!

No, non dico che sia foschia. L’aria è proprio grigia in sé!

È grigia di sabbia. Di sabbia sospesa.

E sabbia c’è sulle auto che procedono affianco alla mia sul ponte della tangenziale.

 

Il deserto non è così lontano.

Se il vento può portarne via tanta parte e trascinarla sin qui,

il deserto non può essere così lontano.

Luogo così inaccessibile. Luogo fantastico.

Luogo associato alle immagini di beduini e carovane;

conosciuto sui libri scolastici con la spiegazione delle inondazioni del Nilo;

legato alla memoria di film datati e di cartoni animati visti da bambino,

o ai filmati di qualche corsa di rally.

Luogo così diverso dal nostro. Senza vegetazione, senza case, senza persone.

Eppure non può essere così lontano.

È un posto reale, anche abbastanza vicino a noi.

 

L’Ucraina non può essere così lontana.

Quand’ero bambino la cartina d’Europa finiva

alla Romania, alla Cecoslovacchia, alla Polonia.

Poi cominciava quell’altra metà della cartina,

l’altra metà d’Europa: l’URSS!

La Russia Europea e l’URSS europea.

Era metà della cartina politica, un unico grande colore indistinto.

E quel posto lì ci sembrava raggiungibile solo per pochi.

 

Poi con la fine dell’URSS è comparsa l’Ucraina.

Che non c’era neanche nei libri di storia.

Perché quando l’Europa era divisa in grandi imperi,

l’impero russo conteneva l’Ucraina.

 

Eppure neanche l’Ucraina è così lontana.

Come non era lontano il deserto del Kuwait.

Quando i pozzi di petrolio bruciavano, durante la guerra del Golfo,

e il vento del deserto portava, qui, sabbia oleosa.

Qui, fino in Europa, fino a Napoli, fin sui vetri di casa mia.

 

Nessun posto nel mondo è così lontano.

Questo pianeta è piccolo. Ha un raggio di 6000 chilometri,

mentre il satellite che rimanda le serie TV all’antenna parabolica

sta a 36.000 chilometri nello spazio. Sei volte il raggio della Terra.

Trentasei volte la distanza dal confine ucraino. Quanto è lontano!

E 150 milioni di chilometri ci separano dal Sole.

E per milioni di anni luce non si conosce un altro pianeta abitato o abitabile.

 

Custodiamo questa Terra.

Liberiamola dall’inquinamento pervasivo.

Conserviamo il suo clima.

Preserviamola dalla guerra.

Deponiamo le armi.

Riconosciamo l’attacco alla vita che stiamo operando in tutta la biosfera.

Con la contaminazione chimica, con lo stravolgimento del suolo e con i conflitti.

 

Delirante è chi pensa di salvarsi da solo.

Perché il deserto non è così lontano.

Pensiero magico quello di continuare a condurre questo stile di vita,

con piccoli ritocchi, senza rimetterci tutti.

Infatti il deserto è già qui.

 

Guido Caridei – in viaggio da Napoli a Casoria, 30 marzo 2022

 

Erg Chebbi, deserto di Merzouga, Marocco

 

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