Una tempesta di aria gelida sul Centrosud

La Madonna della Sala a Noci (Ba) di Orazio Sansonetti

Due anni fa abbiamo avuto l’inverno più freddo dall’85 .

Le nevicate furono molto abbondanti sui versanti adriatici. Vaste aree dell’Abruzzo furono isolate per giorni, senza energia elettrica e riscaldamento. E si verificò la tragedia di Rigopiano. Sul versante tirrenico le precipitazioni furono limitate, ma in tre decenni non si era mai vista sulle mappe meteorologiche una temperatura di -15°C a 1500 metri di altitudine sulla Campania. La stagione estiva del 2017 in Italia è stata la seconda più calda di sempre, dopo quella del 2003, e i picchi di caldo verificatisi in singoli giorni sono stati superiori perfino allo stesso 2003.

L’anno scorso c’è stata la nevicata più copiosa dal ’56 sulle coste tirreniche meridionali.

Quest’anno il gennaio più umido da tantissimi anni, sul meridione che è abituato a vedere qualche ora di sole anche nelle peggiori giornate dell’anno. E in autunno, alla fine di un ottobre mite dagli stabilimenti balneari aperti, c’è stata una tempesta di vento di tipo tropicale, più forte anche di quella del ’99, che ha sconvolto il paesaggio e l’economia di molte regioni italiane da sud a nord.

In questi giorni (23-25 febbraio ’19), un’ennesima ondata di freddo di questo inverno si sta riproponendo con venti tesi, vari danni alle infrastrutture e alle imprese agricole, alberi sradicati e persone morte di vento.

Le irruzioni di aria fredda nel bacino del Mediterraneo, dalla Scandinavia o dalla Russia, ci sono sempre state, spesso anche repentine . Ma la frequenza degli episodi caratterizzati da venti così forti e da sbalzi termici elevati costituisce oggi un’anomalia.

Le temperature medie aumentano, così come aumenta la frequenza degli eventi meteo estremi (alluvioni, tempeste di vento, ondate di caldo e freddo intense). La temperatura è infatti l’energia cinetica media delle molecole di cui sono composti i gas atmosferici. Tale energia conferisce perciò furia ai fenomeni atmosferici.


 

 

Mappa meteorologica del 23feb19 alle ore 6 (meteo.altervista.org).

I colori verde e blu in cartina rappresentano temperature inferiori a 0°C a 1500metri di altitudine. La bolla d’aria fredda è trasportata da venti tesi, desumibili dalle linee isobare (di colore bianco) molto ravvicinate.


Sono anzitutto i combustibili fossili, che usiamo intensivamente, a generare  sia CAMBIAMENTO CLIMATICO, sia INQUINAMENTO.

Il clima è l’insieme delle condizioni meteorologiche medie o tipiche di una regione. Se il meteo cambia quotidianamente, il clima invece è stabile e le sue variazioni un tempo erano impercettibili nell’arco di una vita umana.

Negli ultimi due secoli però il clima sta evolvendo molto più rapidamente che in passato e ciò è stato messo in chiara correlazione con l’incremento di CO2 e altri gas serra prodotti dall’uomo, in primis per effetto della combustione di derivati del petrolio, gas e carbone.  La convergenza scientifica sul tema è amplissima. Gli studi in disaccordo sono pochi e quasi mai indipendenti (vedi l’articolo “Trump, il Cambiamento Climatico e la Crisi”)  .

Le anomalie meteorologiche che riscontriamo qui, le confermano dunque gli scienziati su scala planetaria! Eppure c’è ancora qualche negazionista che illude se stesso! Oppure con dolo divulga tesi non scientifiche, con lo scopo di confondere l’opinione pubblica e ritardare così ulteriormente la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, responsabili del cambiamento climatico.

Occorre perciò adoperare fonti rinnovabili di energia, riconsiderare la mobilità, riforestare i territori, ridurre gli allevamenti intensivi di bestiame, sostituire le plastiche con altri materiali.

Mentre noi discutiamo del destino di alcune decine di migranti sulla nave “Diciotti”, l’ONU stima alcune centinaia di milioni di migranti per motivi climatici entro il 2050. L’avanzamento del deserto in Africa e la scomparsa di aree coltivabili potrebbero spingere 60 milioni di persone verso l’Europa. Anche in Occidente molti saranno costretti a trasferire la residenza o l’attività.

Attualmente la temperatura del pianeta è superiore di 1°C rispetto all’epoca preindustriale. Secondo l’IPCC, il gruppo internazionale di scienziati riunito dall’ONU, è necessario contenere questo aumento entro 1,5°C per evitare trasformazioni irreversibili del clima e della società umana. Allo scopo abbiamo tempo fino al 2030 per ristrutturare drasticamente il funzionamento dell’industria e della società.

Ci serve rinnovare al più presto un sistema economico attualmente basato sullo sfruttamento intensivo dell’ambiente e del lavoro, imposto anzitutto da sistemi di imprese multinazionali e dalla finanza internazionale. Altrimenti a pagare saremmo tutti: ricchi, poveri, migranti, europei, persone e imprese. I danni per gli eventi meteorologici saranno diffusi e non ci sarà uno Stato in grado di ripagarli o di metterci in sicurezza o di ridarci la casa o di gestire i fenomeni migratori!

La maggior parte degli economisti oggi pianificano lo sviluppo senza tenere conto della variabile climatica e non considerano né i danni alla salute, né i disastri ambientali, né i danni alle singole imprese, né i danni strutturali all’economia delle regioni colpite.

Questo vale perlomeno per gli economisti che di solito consigliano la politica nazionale e comunitaria, che predicano rigore sulle politiche di spesa delle risorse monetarie ma spesso tacciono sull’abuso delle risorse naturali, come se tale abuso non influenzasse le variabili economiche, per via di una loro formazione di stampo ottocentesco o per il mantenimento di posizioni di potere.

La gestione del verde mostra un ennesimo paradosso! Gli alberi servono ad assorbire CO2 e a contrastare i cambiamenti climatici, ma le tempeste abbattono esemplari non resistenti ai nuovi venti, attaccati da parassiti tropicali o non correttamente potati e manutenuti. E i cittadini timorosi richiedono nuovi abbattimenti!

In conclusione i cittadini devono pretendere dai politici che abbandonino sia la subalternità al mondo finanziario, sia la subalternità ad una certa dirigenza europea inadeguata, sia il sovranismo ingenuo.  Le lotte per il potere, a tutti i livelli, sono perdenti!

Per trasformare l’economia globale occorrono determinazione e unità d’intenti tra gli Stati. Promuovere la pace e il dialogo tra le nazioni serve anche a questo.

Buon lavoro a tutti!

Guido Caridei , ingegnere per l’ambiente e il territorio

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