Le poesie di Segen, martire e profeta del nostro tempo

“Tempo sei maestro per chi ti ama e per chi ti è nemico, sai distinguere il bene dal male, chi ti rispetta e chi non ti dà valore.
Senza stancarti mi rendi forte, mi insegni il coraggio, quante salite e discese abbiamo affrontato, hai conquistato la vittoria ne hai fatto un capolavoro.”

“Ora non ho nulla, perché in questa vita nulla ho trovato, se porto pazienza non significa che sono sazio perché chiunque avrà la sua ricompensa, io e te fratello ne usciremo vittoriosi affidandoci a Dio.”

Conosci la storia di Segen, poeta, martire e profeta del nostro tempo. Siamo tutti vittime della stessa economia dello sfruttamento, quella che in Occidente sgretola i diritti di chi lavora, quella che divora e inquina i territori trasformandoli in deserti umani e produttivi, quella che rovina le condizioni di sussistenza di popoli interi, così sospinti a migrare e tra i quali presto potrà esserci anche il nostro se non invertiremo la rotta.

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I lager libici, notte dell’Europa

“Sono stato in una prigione vicino Tripoli per 6 mesi ai lavori forzati. Non dimenticherò mai la morte del mio amico. Era troppo stanco per lavorare. Ha detto alle guardie che non riusciva ad alzarsi. Uno dei libici ha detto ‘Se non vieni ti sparo’. Io pensavo che scherzasse. L’ha pensato anche il mio amico. L’uomo libico l’ha ucciso con un colpo in testa. Poi si è girato verso di me. ‘Tu che fai, lavori o no?’ ” (Testimonianza di M, 27 anni, dal Gambia: 29 settembre 2017, rilasciata all’Hotspot di Pozzallo).
Mentre i paesi europei fanno un ignobile scaricabarile per accogliere i migranti, nei centri libici di detenzione dei migranti vengono inflitte torture, appesi a testa in giù, mentre viene chiamata a telefono la famiglia del torturato perché ascolti le urla. Si spara nei piedi al minimo cenno di ribellione e ne esci solo “se muori di violenza o se hai abbastanza soldi per pagarti la libertà o se sei venduto all’asta come schiavo”, come testimonia un’inchiesta della CNN . La Guardia Costiera Libica – finanziata dall’UE e dall’Italia per limitare le partenze – tratta le persone soccorse a colpi di bastone e minacce e lascia persino cadere uomini in acqua e abbandonandoli.

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