Napoli secondo Augias

Napoli è presentata attraverso Maradona, terremoto, interviste ai fedeli di Cutolo di Ottaviano, camorra, Masaniello, San Gennaro e tanto altro.

Raccontati poi in quale chiave? Il linguaggio usato da un divulgatore può molto nel creare i luoghi comuni e Augias usa le più classiche generalizzazioni:

TUTTI i napoletani […] da SEMPRE ...”.

Così Corrado Augias ieri nel corso della trasmissione “Città segrete”, sia pure non potendo tacere eccellenze della città.

Come se io raccontassi l’età comunale di Siena, saltando dal Palio al salvataggio del Monte dei Paschi, passando per la vicenda di cronaca nera che ha visto qualche anno fa la morte di un funzionario – con annesse cronache giudiziarie, omertà dei dipendenti, vicende a luci rosse, presunti ricatti a sfondo sessuale sui magistrati inquirenti – e infine portassi tutto questo a paradigma di una società corrotta, plutocrate e libertina.

Come se presentassi Milano in prima serata quale città della “Madunina” e dei festini di Arcore e quale capitale del riciclaggio di danaro sporco proveniente da gruppi mafiosi. Quei gruppi mafiosi che spostano al nord capitali, lavoro e reddito diffuso, a scapito della gran parte dei cittadini del sud. Quei gruppi mafiosi spesso esecutori di direttive provenienti da imprese, politici deviati e colletti bianchi interessati a favorire se stessi e le aree geopoliticamente più forti del Paese.

Per inciso il teatro più antico del mondo non è La Scala di Milano ma il San Carlo di Napoli. La Scala è anche considerata artisticamente meno rilevante, tanto più dopo il contestatissimo  restauro della giunta leghista che lo ha distrutto e ricostruito preservandone solo la facciata.

Augias dovrebbe rettificare quindi lo svarione pronunciato durante una precedente puntata su Milano e il suo teatro. Ha perso un’occasione per correggerlo la trasmissione “TV Talk“, dove è intervenuto una settimana dopo, ripetendo lo svarione e raccogliendo pure sorrisi con una infelice ironia sul caffè di Napoli. Lì il giornalista ha ribadito il suo apprezzamento per lombardi e inglesi che considera popoli pragmatici ed efficienti. Per gli inglesi lo dimostrerebbe il drastico calo dei contagi COVID, dimenticando che la società AstraZeneca ha destinato più vaccini al paese dove tiene la sede legale e paga le tasse. Quanto alla cattiva gestione lombarda della pandemia, a suo dire essa sarebbe solo il frutto di una congiuntura politica. Ma, quando si tratta dei meridionali, non si è sempre detto che “si hanno i politici che si meritano”?

Gli scivoloni di Augias, sul Teatro alla Scala o sulla pandemia, sono emblema di una cultura giornalistica che non analizza i fatti prima di interpretarli, ma li filtra a partire da una teoria preesistente che finisce per essere rafforzata ogni volta. Infatti rilegge il singolo fatto, una volta come riprova delle proprie precomprensioni, una volta come eccezione, e in ogni caso come conferma. E, ogni volta che fa questa operazione, alimenta nella cultura nazionale le stesse letture.

Per me Siena è davvero una culla della civiltà comunale, la sento come un patrimonio personale e appartiene alla mia identità culturale di italiano.

Sono fieramente italiano. Vorrei che lo fosse anche la TV di Stato.

Guido Caridei

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