Giornata per la Custodia del Creato

Le Chiese cristiane hanno celebrato insieme il 2 settembre scorso la “XIII Giornata per la Cura del Creato”. Mi ha personalmente colpito l’Omelia pronunciata per l’occasione nella basilica di Santa Maria di Salome a Veroli (Frosinone), trasmessa dalla RAI e di cui riporto alcuni stralci.

“Credenti o no che siamo, la vita non viene da noi, ma è per ognuno un dono.
E oggi è occasione di ringraziare il Signore per il dono della vita e del creato!”

Quali problemi e drammi si creano all’ambiente a causa di un uso esagerato e incontrollato delle risorse: si rovina il creato e allo stesso tempo si rendono infelici le persone, soprattutto quelli che soffrono più direttamente le conseguenze della violenza contro il creato [come] coloro che soffrono la fame e la sete per le conseguenze della desertificazione della terra, specialmente in Africa. Molti dei migranti che giungono nelle nostre terre scappano proprio dalle conseguenze di questi disastri naturali provocati dall’uomo. Avrebbe senso cominciare a preoccuparci seriamente dei milioni di migranti per cause ambientali.”

La città di Veroli su un colle in provincia di Frosinone

“Esiste una stretta connessione tra custodire il fratello, cioè l’altro, e custodire il creato. Donne e uomini che non coltivano il proprio cuore, lasciando crescere rabbia e semi di violenza, conducono non all’armonia, ma all’egemonia e al possesso, all’inimicizia, a un mondo pieno di rancori, che escludono i poveri e provocano disordine nel creato.”

“Quanto tempo dedichiamo alla cura del nostro benessere e del corpo e quanto poco alla cura del cuore, dello Spirito, attraverso la riflessione, la preghiera, la lettura, il dialogo con gli altri, le relazioni. La Parola di Dio ci invita a curare il nostro cuore, perché da esso escano sentimenti e pensieri saggi, e soprattutto scelte umane che ci portino al rispetto della natura e di chi ci sta vicino. C’è un’ecologia umana da far emergere nelle scelte di ogni giorno, nel nostro parlare, nel nostro agire. Quanto una parola buona, un gesto d’attenzione, un saluto cortese possono rendere migliore l’ambiente umano in cui viviamo! Quanto i nostri gesti potrebbero aiutare uno sviluppo sostenibile del creato! […] La diversità è una caratteristica del creato. E’ la diversità degli esseri viventi, dalle piante alle risorse del sottosuolo, dagli animali all’essere umano fino all’universo intero.”

“Possiamo comunicare parole e gesti di speranza, che aiutino a vivere in maniera fraterna e gioiosa, a prenderci cura gli uni degli altri e della terra dove viviamo, perché crescano rispetto e si affermi l’armonia del vivere insieme tra diversi. Il creato ha bisogno di noi tutti, delle nostre scelte buone e rispettose perché ci sia un cambiamento in bene.”

L’Omelia del Vescovo di Frosinone-Veroli fa il paio con il messaggio lanciato da Papa Francesco in un’intervista pubblicata il 7 settembre su “Il Sole 24 Ore”. Eccone una sintesi (dalla rivista Aleteia.it) .


Per il Papa la gestione dell’economia e della finanza, la creazione di nuovo lavoro, il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza dei migranti passano tutti per un’etica “amica della persona”, “forte stimolo” per una conversione di cui “abbiamo bisogno”.

“Manca la coscienza di un’origine comune, di una appartenenza a una radice comune di umanità e di un futuro da costruire insieme.”

“L’attuale centralità dell’attività finanziaria rispetto all’economia reale non è casuale: dietro a ciò c’è la scelta di qualcuno che pensa, sbagliando, che i soldi si fanno con i soldi. I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro. E’ il lavoro che conferisce la dignità all’uomo non il denaro. La disoccupazione che interessa diversi Paesi europei è la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro.”

“Il solo perseguimento del profitto non garantisce più la vita dell’azienda. Non è più possibile che gli operatori economici non ascoltino il grido dei poveri”.

Ecco perché il Papa pensa, oltre ad una formazione tecnica in azienda, anche ad “una formazione ai valori”: solidarietà, etica, giustizia, dignità, sostenibilità, per arricchire “il pensiero e la capacità operativa”. Nella prospettiva poi di uno sviluppo della dimensione ecologica, punta sulla “convergenza di più azioni: politica, culturale, sociale, produttiva”.  (da Aleteia.it)


La lettura di questi testi ci conforta. La Chiesa in questo tempo sta mostrando lungimiranza nel considerare la questione ambientale e nel richiedere azioni concrete al suo riguardo. Non si trovano Capi di Stato o di Governo che usino parole così chiare in tal senso.

La salvaguardia del Creato per le chiese cristiane è considerata equivalente alla custodia della Vita , e pertanto è ormai entrata di diritto nella pastorale, così come la formazione dei credenti sui comportamenti individuali per la tutela dell’ambiente (le scelte consapevoli in materia di consumi,  trasporti, raccolta differenziata, ecc.) e sui comportamenti collettivi, cioè sui criteri alla base della pianificazione dell’economia, degli approvvigionamenti energetici o dei sistemi di trasporto.

La dinamica economica si fonda sul lavoro delle persone e sulle risorse attinte dall’ambiente. Un presunto sviluppo che produce degrado ambientale e degrado sociale, devastando l’ambiente, impoverendo i cittadini e colpendo la salute, dissipa il capitale su cui esso stesso si fonda e  perciò mina alla base la possibilità della sua prosecuzione.

L’economia – svincolata dalla gestione delle istanze e delle risorse sociali ed ambientali – non è scienza economica ma ragioneria ottusa dei soli valori contabili personali nel breve termine. Rimane teoria dello sfruttamento (inizialmente) di alcuni gruppi a danno di altri e (poi) efficace strumento di impoverimento collettivo di tutti (nessuno escluso).  Insomma anche chi ha pensato di arricchirsi a scapito della collettività si troverà ben presto nella condizione della cicala che esaurì anzitempo tutte le sue provviste .

Il pianeta sta vivendo il serio rischio del collasso climatico ed ecologico. Un altro pianeta abitabile e raggiungibile non esiste. Questi temi dovrebbero essere al centro della riflessione e dell’azione di lungo periodo , non solo delle Chiese, ma anche di chi ci amministra, troppo spesso impegnato a creare consenso nel breve termine.

Guido Caridei , ingegnere per l’ambiente e il territorio


Il testo integrale dell’omelia di Mons. Spreafico pronunciato nella Basilica di Santa Maria di Salome in una fulgente Veroli (Fr) il 2 settembre 2018

L’intervista di Papa Francesco a “Il Sole 24 Ore” del 7 settembre 2018.

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