Covid-19, è zero incremento dei contagi?

In questi giorni il numero dei contagiati diagnosticati da Coronavirus ha smesso di crescere. E si prospettano riaperture di alcune attività chiuse per il “lock-down”. Tali riaperture saranno controllate, cioè vengono preannunciate rigide misure di sicurezza da applicare anche durante la cosiddetta “fase 2” , prossima ventura.

Come dobbiamo interpretare allora i messaggi degli scienziati rispetto all’evoluzione dell’epidemia? E perché la politica continuerà a stabilire norme rigorose in materia di comportamenti sociali ed attività produttive?

Zero incremento dei contagiati non significa nessun contagio.

Zero incremento dei contagi significa che ogni giorno ci sono nuovi contagiati ma questi sono pari alla somma dei guariti e dei morti di oggi che contemporaneamente escono dal numero dei contagiati. Perciò il bilancio non vede incremento.

E per quanto ogni giorno i nuovi contagi siano meno dei nuovi contagi che venivano registrati alcune settimane fa, il totale dei contagiati è ancora il più alto di sempre.

Significa che siamo ancora nel PICCO dell’epidemia e FRA UN PO’ comincia la discesa. Ma A PATTO CHE SI RISPETTINO DISTANZE E REGOLE.

casi coronavirus , epidemia covid19

Casi Coronavirus in Italia – 22 aprile 2020, fonte Repubblica.it

Questo grafico mostra che il numero dei contagiati è oggi al massimo degli ultimi due mesi.

L’epidemia si potrà dire terminata quando il grafico sarà occupato solo dalle due bande superiori di colore arancio (n.ro guariti) e nero (che rappresenta – ahimé! – il n.ro di deceduti dall’inizio dell’epidemia).

In quel momento saranno quasi scomparse le aree rappresentate con i colori celesti e indicanti i contagiati, che attualmente sono circa 100.000, tra ricoverati e non ricoverati.

I contagiati sintomatici sono adesso molti di più rispetto a quando furono adottate le misure di distanziamento sociale ad inizio marzo. E quindi anche gli asintomatici che sono tuttora in circolazione – o lo sono stati in questo periodo – sono molti di più di quanti ce ne fossero nei giorni iniziali di massimo allarme.

Dunque, il rischio di entrare in contatto con persone contagiate, con sintomi o asintomatiche, è maggiore di due mesi fa.[1]

E le misure di sicurezza, come il mantenimento delle distanze nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro, restano indispensabili anche nel momento in cui ripartono alcune attività o vengono concesse ai cittadini maggiori possibilità di muoversi sul territorio.[2]

ing. Guido Maria Caridei 

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[1] Al momento non sono disponibili dati certi sul numero di contagiati asintomatici i quali NON sono in isolamento e perciò possono contagiare in maniera inconsapevole. Siamo dunque nel campo delle ipotesi. Tuttavia, è plausibile che sinora il numero dei sintomatici e degli asintomatici abbia seguito andamenti analoghi. Cioè che, con l’epidemia in espansione, siano cresciuti sia gli uni sia gli altri. Per una stima affidabile del rischio di contagio occorre comunque conoscere vari fattori tra cui: il numero di asintomatici, il grado di rispetto delle misure di distanziamento, il comportamento del virus e altri elementi. Le necessarie campagne di individuazione degli asintomatici sono però al momento di là da venire, secondo quanto diffuso dagli organi di informazione, per ragioni di approvvigionamento dei tamponi e per ragioni di organizzazione delle campagne. Lo stesso per quanto riguarda le indagini seriologiche.

[2] Il contenuto di questo articolo è esclusivamente di natura interpretativa dei dati prodotti dal Ministero della Salute , e non nasce dall’utilizzo di nozioni di virologia.

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